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Caro, Annibale.

Letterato italiano. Condusse vita cortigiana e fu al servizio del duca di Parma Pier Luigi Farnese prima, di Ranuccio e Alessandro Farnese poi. Lasciò un interessante e ricco epistolario. Nel 1553 scrisse in onore dei Valois una canzone, che, seppure di scarso valore, suscitò una severa censura da parte dell'umanista Ludovico Castelvetro. Ne nacque una polemica cruda e vivace, conclusa dal C. con la pubblicazione nel 1558 dell'Apologia degli Accademici di Banchi di Roma contro M.L. Castelvetro; in essa il C. sosteneva la necessità di una certa libertà e indipendenza nell'imitazione del Petrarca. Scrisse Rime e una commedia dal titolo Gli straccioni. Tradusse dal latino e dal greco: la Retorica di Aristotele, Dafni e Cloe di Longo Sofista e l'Eneide di Virgilio, a cui è soprattutto legata la sua fama (Civitanova Marche 1507 - Frascati 1566).